LE STAGIONI NEL VIGNETO: LA PRIMAVERA
Benvenuta, anche se ancor fredda… Primavera!
Si sente nell’aria il suo ritorno, con le giornate più lunghe e luminose, i fiori che sbocciano e la voglia di tornare a passeggiare.
Anche i vigneti tornano lentamente a svegliarsi, dopo il tepore invernale.
LA POTATURA
Mani sapienti ed esperte hanno già provveduto, nei mesi di gennaio e febbraio, alla potatura “secca”.
Rigorosamente a mano, fatta con ponderazione e competenza, questa operazione riveste una straordinaria importanza alla base della nuova produzione:
- viene effettuata valutando ogni singola vite, dandole uno sviluppo adatto alla sua vigoria ed alla sua conformazione
- favorisce una corretta crescita di tralci a frutto, che producano la quantità desiderata di uva: cioè bassa e qualitativamente migliore
- bilancia l’equilibrio tra quantità fogliare e quantità di grappoli, importante per garantire un giusto bilancio tra illuminazione ed ombreggiatura e tra dolcezza ed acidità dei mosti: tutto ciò è fondamentale per la freschezza dei vini.
Nei mesi di riposo, gli addetti alla vigna hanno provveduto anche alla sottofila, togliendo le erbe infestanti e più vicine alle viti, per eliminare la competizione con le piante per acqua e nutrienti. Questa lavorazione avviene con l’aiuto di mezzi meccanici tra i filari e, più minuziosamente, a mano e con la zappa intorno ai ceppi, per proteggere le viti con maggiore accuratezza.
Alcuni produttori, recuperano il materiale vegetativo delle lavorazioni in vigna: spezzettano i tralci potati nel vigneto e li usano per fare dei compost, insieme ai raspi e all’erba. Questo compost è utile a recuperare sostanza organica della vite e contribuisce a ad arricchire il suolo soprattutto di azoto, calcio e potassio.
APRILE ED IL RISCHIO DELLE GELATE
In fase letargica la pianta aveva ridotto al minimo le proprie funzionalità vitali ed ora l’allungamento delle giornate segna il ritorno della primavera e la ripartenza dei cicli vitali in vigna.
Nonostante il risalire delle temperature, in questo periodo possono verificarsi gelate molto pericolose, specie in giorni privi di nuvole e vento.
Il sole penetra e scalda direttamente il terreno non trovando ostacoli. Il calore accumulato nelle ore diurne, durante la notte tende a salire e disperdersi nell’aria e la terra torna ad essere fredda. Questa escursione termica è importante, ma a determinati livelli può divenire pericolosa, se arriva a dar luogo alle famose gelate primaverili.
La patina di sottile ghiaccio presente in alcuni freddi mattini può distruggere i germogli fruttiferi, sforzando la pianta ad emetterne di nuovi ma più tardivi.
I falò che più spesso vediamo in Francia, creano scenari anche molto suggestivi, ma risolvono un problema altrimenti devastante per le vigne ed ovviamente è una tecnica gestibile solo per chi non ha un numero consistente di ettari.
Anche stagioni calde come lo scorso inverno diventano necessariamente oggetto d’attenzione, poiché creano germogliamenti precoci che andranno a significare una riduzione della produzione. La vite, come molte piante da frutto necessita del freddo per la differenziazione delle gemme.
I cambiamenti climatici degli ultimi anni, ci impongono una visione di lungo termine e ci porteranno anche verso scelte diverse e mai considerate prima: cambiamenti di zone per lo stesso cultivar, conversione di vigneti verso cultivar che hanno una maggiore resistenza alle basse temperature o adattabilità al clima; e ancora, scelte diverse a favore di differenti sistemi di allevamento, più elevati e distanti rispetto alla quota del terreno.
Il Sud forse non è ancora preparato a simili cambiamenti e a sempre più frequenti gelate, ma ora ci sono studi approfonditi che si stanno compiendo a favore dei produttori, anche qui in Abruzzo.
Il Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo si è reso promotore di un’importante iniziativa a supporto dell’enologia sul nostro territorio, frutto della collaborazione con il Dipartimento Agricoltura della Regione Abruzzo attraverso l’Ufficio Direttiva Nitrati e Qualità dei Suoli e Servizi Agrometeo regionale.
Si tratta della creazione del Registro Climatico delle Stagioni Vitivinicole.
Attraverso la rete di centraline presenti su tutto il territorio abruzzese raccoglie dati e fornisce informazioni utili ai produttori, aiutandoli ad impostare le strategie agronomiche più adatte, attraverso la pubblicazione di report bimestrali.
Non ci si ferma dunque all’analisi del suolo, ma si rivolge una grande attenzione anche al cielo, studiando il clima e tutti gli agenti che influenzeranno inesorabilmente il vigneto e le nostre scelte di coltivazione.
D’altronde, tutto questo ed altro ancora è -in una parola- Terroir.

IL PIANTO DELLA VITE
La vita di campagna ci dà un grande insegnamento: la costanza, la perseveranza del lavoro pressoché quotidiano, l’attesa paziente del frutto di tanta dedizione.
Ma la fatica è presto ripagata da grandi emozioni, come quella di vedere il famoso “pianto della vite”: la linfa si risveglia e comincia a scorrere, portando vigore alla pianta. Fuoriesce dalle gemme e avvia la vite alla produzione dei futuri tralci e alla maturazione dei propri frutti.
LA GERMOGLIATURA
Ora le piante si apprestano a germogliare, rigonfiando le proprie gemme e distendendo pian piano le proprie foglioline.
Le gemme iniziano a spuntare lungo i cordoni, piccole, verdi e rosa, crescono in poco tempo e diventano foglie. Si allungano, sono rami e si moltiplicano, finché tra le pieghe si possono vedere piccole e tenere piramidi che diventeranno grappoli succosi.
In questo periodo ci prepariamo anche ad accudirle nel migliore dei modi e a prevenire gli attacchi patogeni.
LA LEGATURA DEI TRALCI
Passeggiare tra le vigne in questi giorni è come assistere ad un risveglio.
Bastano piogge lievi e il tepore del sole primaverile a far crescere i rami di centimetri al giorno. I filari si infoltiscono, diventano un fitto bosco ed anche le foglie maturano un colore verde intenso.
Gli uomini seguono ed assecondano il loro ritmo: puliscono la terra dalle erbacce ed alzano i rami verso il cielo con la legatura dei tralci, in più riprese. Lo scopo è di sostenerli delicatamente, evitando che possano spezzarsi sotto il peso dei grappoli o per l’azione del vento.
Per contrastare la formazione di muffe, si irrorano le viti di prodotti naturali, a base di zolfo e rame, si scoprono i grappoli dalle foglie, per farli respirare.

LA POTATURA VERDE
Quando i vigneti sono già verdi, a maggio, i piccoli grappoli si vestono di petali bianchi che presto voleranno via.
Nello stesso periodo, alcuni produttori procedono con la potatura verde, operazione molto meticolosa ed importante, che contribuisce a concentrare lo sviluppo vegetativo sugli organi che costituiscono la struttura produttiva della pianta. È già tempo, dunque, di selezionare: si eliminano le gemme doppie (spollonatura), i rami che si sono biforcati, le foglie in eccesso. Si mantiene la forma e la dimensione della chioma entro i limiti di spazio che agevoleranno le varie operazioni culturali e la futura vendemmia. Lo si fa per garantire anche per un’equilibrata circolazione della linfa ed una migliore maturazione delle uve.
In questo modo, si condiziona anche il microclima, in maniera da favorire una corretta esposizione solare per i grappoli ed assicurare condizioni meno favorevoli agli attacchi patogeni.
I COLORI DELLA NATURA, UN’INTERMINABILE STORIA DI VITA E RINASCITA
Appena un mese fa, il paesaggio era pennellato di sole tinte scure, del marrone della terra e dei rami potati e secchi … ed ora si riaccende di un verde intenso: la vita ricomincia il suo ciclo.
In vigna, come in agricoltura in genere, nulla viene improvvisato: ci si basa su un sapere che nasce da millenni di cultura contadina, approfondito ed ampliato dalle conoscenze tecniche sviluppate in agronomia, sulla relazione della vite con il suo ambiente circostante.
Per coltivare al meglio un vigneto, bisogna conoscerlo negli anni e rispettare i suoi equilibri, intervenendo in maniera rispettosa ed utile. È importante non commettere errori nella potatura come nelle successive lavorazioni, poiché ogni scelta si ripercuoterà anche sulle caratteristiche organolettiche dei vini che andremo ad ottenere. Trascuratezza o scarsa competenza, rischierebbero di limitare l’espressione di tutta la potenzialità della propria vigna e danneggiarla, anche al punto di accorciarne l’arco di vita.
Al contrario, fare prove e corrette osservazioni nel tempo, ci porterà a produrre anno dopo anno, vendemmia dopo vendemmia un’uva, e in definitiva un vino, di migliore qualità e di grande espressione del territorio.
Mentre questa incredibile emergenza continua ancora a far parlare di sé
e condizionarci in ogni scelta quotidiana,
la natura in silenzio si fa sentire ed ammirare, proseguendo in un ciclo incessante e vitale
che ci riempie di stupore, meraviglia ed insegnamento.
I am text block. Click edit button to change this text. Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipiscing elit. Ut elit tellus, luctus nec ullamcorper mattis, pulvinar dapibus leo.