LA COSTA DEI TRABOCCHI, incanto d’Abruzzo

Di admin | Monday February 20th, 2023 |

Riserve naturali che si susseguono senza soluzione di continuità, resti archeologici di epoca romana e bizantina, abbazie medievali immerse tra vigneti ed uliveti a perdita d’occhio, scenografici castelli, eremi dannunziani, romantici promontori dove godere di albe e tramonti da sciogliere il cuore. E poi loro, le antiche ed originali macchine da pesca sospese sul mare – attualmente se ne contano circa una trentina, quasi tutte riconvertite in ristoranti dove poter assaporare piatti tipici della tradizione marinara locale – dalle quali questo spicchio d’Abruzzo affacciato sulle acque blu dell’Adriatico prende il nome, definite dal poeta Gabriele d’Annunzio «simili allo scheletro colossale di un anfibio antidiluviano». Benvenuti nell’incanto della Costa dei Trabocchi, senza alcun dubbio il tratto di litorale più suggestivo dell’intera regione, che in poco più di quaranta chilometri interamente compresi nella provincia di Chieti è in grado di offrire stupore e meraviglia al viaggiatore curioso che voglia concedersi il tempo di perdercisi dentro.

Percorribile anche a piedi o in bicicletta grazie alla spettacolare Via Verde della Costa dei Trabocchi – la pista ciclopedonale ricavata lungo l’ex tracciato ferroviario ed interamente affacciata sul mare, sulla quale a sua volta si innesta la Rete ciclabile dei Trabocchi disegnata su strade a basso impatto di traffico per consentire il collegamento con l’entroterra collinare –, procedendo in direzione nord-sud il nostro itinerario prende avvio da Ortona il cui territorio abbraccia ben due riserve naturali regionali, vale a dire quella dei Ripari di Giobbe posizionata a nord del nucleo abitato e di Punta dell’Acquabella esposta invece più a sud. Tra calette selvagge e ciottolose e panoramici affacci sull’infinità del mare, la visita del Castello Aragonese che domina la costa è di quelle che non si dimenticano, così come il passaggio alla vicina Enoteca Regionale allestita all’interno dello storico Palazzo Corvo, dove ci si può immergere tra le mille sfumature, non solo cromatiche, dei sempre più apprezzati vini d’Abruzzo.

Il confinante borgo di San Vito Chietino – così come altri comuni limitrofi, dall’anima divisa in due tra la Marina ed il centro storico posizionato in collina – è pervaso da un autentico spirito dannunziano, ospitando alcuni luoghi iconici della vita e dell’opera del Vate, dal celebre Trabocco del Turchino al promontorio dove i protagonisti della tragedia “Il trionfo della morte” compiono il proprio destino; fino all’eremo all’interno del quale il testo fu anche in parte materialmente scritto, scenario degli incontri passionali vissuti dal poeta con l’amata Barbara Leoni, le cui spoglie sono qui custodite dopo essere state traslate dal cimitero romano del Verano.

A livello ambientale, San Vito Chietino condivide con la vicina Rocca San Giovanni il perimetro della Riserva Grotta delle Farfalle, area verde ricca di vegetazione selvaggia caratterizzata dalla presenza di avvallamenti disposti perpendicolarmente alla costa ricchi di corsi d’acqua e cavità naturali, facilmente raggiungibili tramite comodi sentieri avvolti nel silenzio irreale del paesaggio circostante. Rinfrescati dall’aria salmastra dell’Adriatico ed inseriti dal Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali nell’elenco dei Prodotti agroalimentari tradizionali italiani, gli agrumi della Costa dei Trabocchi rappresentano un’altra tipicità di queste terre, con piccole piantagioni di arance – anche quella amarissima chiamata cetrangolo – limoni, mandarini, cedri e pompelmi visibili fino al confine con Fossacesia.

Qui è la solenne abbazia benedettina di San Giovanni in Venere, autentico capolavoro di architettura sacra con annesso monastero, a dominare dall’alto il golfo e la spiaggia della Marina, premiata annualmente con la Bandiera Blu. Dal panoramico belvedere proprio dietro le tre absidi, nelle giornate più nitide si possono scorgere anche le isole Tremiti. Quella che invece è sempre ben visibile agli occhi del visitatore alla continua ricerca di emozioni uniche è l’immensa e compatta distesa verde della Lecceta di Torino di Sangro, eletta e riserva naturale regionale dal 2001. I suoi circa 180 ettari di estensione ne fanno uno degli ultimi boschi litoranei ancora visibili in Italia tra il Gargano ed il Conero. Comprendendo al suo interno anche il cimitero militare britannico Sangro River War Cemetery, secondo in Italia per numero di caduti dopo quello di Cassino, tutto l’areale è pervaso da una fitta rete di sentieri ed itinerari che arrivano fino al mare in prossimità del Trabocco Punta Le Morge – uno dei due soli trabocchi di proprietà pubblica di tutta la costa (l’altro è il Trabocco del Turchino) –, impiantato a poche centinaia di metri dall’unica spiaggia abruzzese autorizzata per naturisti.

Sempre con lo sguardo rivolto a sud, l’arenile ciottoloso lascia il passo ad ampi tratti sabbiosi che introducono all’originale sistema dunale di Casalbordino dove, tra distese di colorati e profumati fiori e piantine autoctone, sono ben visibili alcuni cippi identificativi del percorso del Regio Tratturo che proprio qui, su queste spiagge un tempo solitarie, passava. Spostandosi all’interno, il Santuario della Madonna dei Miracoli nel mese di giugno è meta di uno storico e sentito pellegrinaggio descritto in maniera magistrale da Gabriele d’Annunzio nella già citata tragedia “Il trionfo della morte” e raffigurato altrettanto divinamente dall’artista Francesco Paolo Michetti su una tela di grandi dimensioni presentata all’Esposizione universale di Parigi nel 1900 ed esposta attualmente al Museo Michetti di Francavilla al Mare.

Giunti quasi al termine, il nostro itinerario lungo la Costa dei Trabocchi regala forse la sua perla naturalistica più preziosa. Oltrepassato il fiume Sinello – procedendo lungo il quale per una manciata di chilometri si arriva alla Riserva del Bosco di Don Venanzio, altra oasi verde dal fascino ancestrale – si entra nel territorio di Vasto all’interno della Riserva di Punta Aderci, sicuramente tra le più affascinanti d’Abruzzo con il suo spettacolare ed alto promontorio dal quale ammirare in un solo colpo d’occhio il sole sorgere dal mare e tramontare dietro i profili delle più alte vette appenniniche, il trabocco con la sua lunga passerella e le infinite e isolate spiagge di ciottoli e roccia da camminare in totale libertà. La città del Vasto, poi, come scrigno prezioso è in grado di svelare altre ed inaspettate suggestioni, a cominciare dal suo maestoso Palazzo d’Avalos posto a dominio del cosiddetto Golfo d’Oro, dalle cui acque la silhouette della statua della Bagnante emerge tra le onde come ammaliante sirena. Le meraviglie però non sono ancora finite perché sull’arenile tornato di nuovo sabbioso la Riserva Marina di Vasto dona accoglienza e protezione al paradiso dunale di flora e avifauna della zona fino a fondersi con l’incanto del Giardino botanico Mediterraneo allestito nel territorio del confinante comune di San Salvo, dove la terra d’Abruzzo dà il suo arrivederci al viaggiatore ormai ebbro di emozioni forti prima di lasciare spazio al Molise.

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