IL RE CARNEVALE: STORIA E MODERNITÁ, RISATE E FOLKLORE
Ci sono documenti storici che testimoniano origini antichissime della festa di Carnevale in Abruzzo.
Per quantità e significato di simboli, possiamo dire che le celebrazioni più storiche abbiano radici addirittura pre-cristiane.
Commedie smodate, buffe e allegoriche messe in scena, celano in realtà temi molto più universali di sacrificio, purificazione, fertilizzazione attraverso il fuoco. Riti propiziatori verso la ripresa della natura, dopo la stasi invernale, sono celebrati in tutta la nostra regione.
Per questo suo contenuto così pagano, il Carnevale si contrappone forse più di altre ricorrenze alla religiosità introdotta dal Cristianesimo.
Grandi e piccoli borghi sono accomunati da un profondo senso di partecipazione e tradizione, con cui la gente del posto rivive le antiche usanze. Attraverso cerimoniali decisamente unici offrono un affascinante spettacolo, con grande spontaneità, ai visitatori curiosi e rispettosi.
Vi sono molti luoghi dove assistere a straordinarie ed imperdibili rievocazioni, intrise di storia e folklore popolare.
IL PROCESSO AL RE CARNEVALE
A Chieti viene celebrato il Carnevale Tradizionale Abruzzese: una caratteristica messa in scena di origine medievale, che prevede un vero e proprio processo al Re Carnevale. Ogni attore ha un importante ruolo simbolico, a partire dall’accusato.
La condanna è inesorabile e rappresenta un’accusa contro la natura selvaggia dell’uomo e la corruzione politica. Una sentenza verso il potere, esercitato in modo meschino a danno dei deboli.
Il giudice, simbolo di equilibrio tra umanità e natura e tra autorità e popolo, condanna a morte Re Carnevale. Altri personaggi iconici sono compartecipi agli atti: l’avvocato, proiezione della legge ed il dottore, espressione della scienza.
La sceneggiata si conclude con il corteo funebre guidato dalla vedova e dal rogo del fantoccio del Re.
Il fuoco, rappresenta da sempre nella storia dei rituali distruzione e rinascita: scaccia gli influssi maligni e festeggia l’arrivo della primavera, propiziando l’abbondanza dei raccolti.
A rendere il nostro Carnevale così unico e speciale, sono proprio questi significati, culturalmente nobili e gelosamente custoditi dalla tradizione.
BORGHI IN FESTA: COSTUMI TIPICI, RIEVOCAZIONI E DANZE COLLETTIVE

Castiglione Messer Marino (CH) celebra il Carnevale con la festa del Pulgenelle, personaggio più noto come Pulcinella, modificato nel gergo del dialetto locale.
Questa figura che ha ormai conquistato la commedia teatrale, un po’ divina e un po’ magica, è caratterizzata da alcuni elementi ricorrenti. Una bacchetta con nastri variopinti, un gigantesco cappello conico che rimanda all’unione tra la terra e cielo e il campanaccio, il cui suono è un emblema di fertilità e ricorda quello della transumanza.
Protagonisti assoluti nelle varie rappresentazioni dei borghi d’Abruzzo, sono i costumi tipici e colorati. Alcuni caratterizzati da curiosi copricapi, come ad esempio: i Mazzaroni di Schiavi d’Abruzzo.
E ancora: danze tipiche abruzzesi come la Spallata, la Quadriglia, il Saltarello e molte altre antichissime, secolari (spesso dedicate al corteggiamento). Per finire, quella forse più caratteristica, del Palo intrecciato o ancor più noto come Laccio d’Amore. Una danza collettiva nella quale i ballerini si muovono ritmicamente intorno ad una pertica, avvolgendola e spogliandola di nastri colorati.

LA MORTE DI RE CARNEVALE
A Montorio al Vomano (TE) il rituale è unico ed insolito: viene celebrata “la Morte del Re Carnevale”. Affonda le sue origini nel secolo scorso, quando i giovani beffeggiarono negli anni ’20 il regime dell’epoca. Non a caso, le celebrazioni carnevalesche furono poi bandite fino agli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale.
Per tradizione, i partecipanti indossano abiti funebri e il giorno delle Ceneri viene inscenato un vero e proprio funerale del Re Carnevale “vecchio e pazzo”, impersonato da un pupazzo o da un uomo del posto.
La processione attraversa le vie del paese, seguita da un corteo di maschere vestite a lutto. La banda cittadina alterna a musiche colme di irriverente allegria, marce funebri che danno alla sceneggiata una parvenza di verità.

COMMEDIA D'ARTE, SONETTI E ALTRO ANCORA
In tanti altri piccolissimi borghi, le celebrazioni prevedono altri antichi rituali contadini, di purificazione e buon auspicio, il cui spettacolo incanta numerosi turisti ogni anno.
A Pettorano sul Gizio (AQ) nella piazza principale vengono messi alla fogna i peccati commessi dalla comunità: un fustigatore del malcostume collettivo declama a gran voce un particolarissimo testamento, quello di Re Carnevale, provocando lo stupore e l’ilarità della gente.
Città Sant’Angelo (PE) celebra il Carnevale con la poesia. I sonetti, detti “ttavitte”, ricordano quelli che Antero De Tollis, un calzolaio soprannominato “Ndirucce”, componeva per schernire i potenti e raccontare le vicende che avevano interessato i cittadini durante l’anno appena trascorso. Ancora oggi come nell’Ottocento, le rime divertono l’intera comunità che, la domenica di Carnevale, si riunisce nella piazza principale, per assistere alla premiazione dei versi più spassosi e del carro più fantasioso, in una gara tra contrade.
PARATE ALLEGORICHE
In molti comuni dell’Abruzzo, il Carnevale viene festeggiato dalla cittadinanza con cortei di carri allegorici. Associazioni, contrade e numerose famiglie si preparano durante l’anno per la realizzazione dei carri e si uniscono alla sfilata con maschere, balli e canti, talvolta partecipando a competizioni.
Ortona (CH) è sede di una di queste manifestazioni, con uno scenario mozzafiato come il Castello Aragonese.
Francavilla al Mare (CH) ripete ogni anno la sua edizione sin dagli anni ’50. Essendo ormai la più nota della regione, richiama pubblico e persino partecipanti da lontano ed è denominata “Carnevale d’Abruzzo”
Caratteristica poi la celebrazione del Carnevale Estivo: davvero unico nel suo genere, si svolge ad Alba Adriatica, anch’esso con con una parata di carri allegorici, ad agosto.
IL "BATTESIMO LAICO" DELL'EREDE
Appaiono diverse dagli altri contesti invece, le celebrazioni a Nerito di Crognaleto (TE). Come in alcune località spagnole, c’è una rievocazione secolare e dell’antico rito dell’Erede. Una processione ironica avanza per le strade del borgo, guidata da un poeta declamante, in groppa ad un asino.
Dietro l’animale, denominato “Carnevale”, procede un corteo di maschere figuranti: il vescovo, la mammina (una sorta di ostetrica che all’epoca faceva nascere i bambini), la strega che in segno di scaramanzia lascia a ogni suo passo un mucchietto di cenere, carro, buoi e bifolco.
I commedianti sostano di casa in casa, intonando una strofa in tema burlesco, riferita alla famiglia del battezzato.
Una cerimonia anch’essa molto partecipata dalla cittadinanza. Evoca il simbolo della rinascita e celebra l’arrivo della primavera, sacra e propizia per la comunità.

Per il 2021 queste affascinanti manifestazioni sono sospese, a causa della pandemia.
Avremo così il tempo di prepararci per le prossime edizioni e pianificare come riuscire a vederle tutte. Lungo questi itinerari di tradizione e cultura, non manca mai occasione di aggiungere una sosta gastronomica o prenotare ottime degustazioni presso le numerose cantine abruzzesi, che si trovano nel nostro territorio.
Come conoscere gli itinerari? Scaricando e navigando sull’App gratuita “Percorsi” del Consorzio Tutela Vini d’Abruzzo: c’è da rimanere stupiti, per le opportunità che la nostra terra ha da offrire
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