Gennaio, è tempo di potare!

Di Staff | 28 gennaio 2023 | TerritorioVitigni

Perché potare le viti?

Corta o lunga che sia, la potatura secca viene effettuata in questo periodo per garantire un durevole equilibrio tra l’attività vegetativa e l’attività produttiva della pianta, che in definitiva ne determinerà anche la longevità.

Quante gemme lasciare sulla vite?

Il carico di gemme e la loro distribuzione devono rispettare gli obiettivi di resa e qualità del vigneto che il viticoltore ha prefissato.

Non esistono regole valide per tutti i vigneti ed è una delle pratiche colturali nelle quali il fattore umano è davvero decisionale e condizionante, su quantità e qualità della produzione d’uva.

I parametri da considerare sono numerosi e richiedono esperienza e preparazione:

  • Terreno
  • Clima
  • Forma di allevamento
  • Età del vigneto
  • Suolo
  • Vitigno
  • Tecniche adottate durante l’anno

“Se tagli i rami secchi, riaccendi la vita” [R. Morellli]

È fondamentale anche valutare la risposta che si è verificata nelle annate precedenti, in termini di resa e qualità dell’uva raccolta in vendemmia, rispetto alle decisioni adottate.

Disposizione delle gemme

Anche la disposizione e distribuzione è importante: lo stesso numero di gemme, suddivise in maniera differente porterebbe con ogni probabilità a riscontri produttivi e qualitativi diversi.

Ad esempio: lasciare dieci corti speroni di due gemme ognuno o mantenere cinque speroni più lunghi, di quattro gemme, produrrà grappoli di differente qualità.

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Fertilità media delle gemme: dipende!

La genetica della cultivar ne favorisce o frena la vigoria.

Il peso medio del futuro grappolo di quel vitigno, in base al suo ambientamento in quello specifico terroir, è un parametro importante da considerare.

Soprattutto per le uve a bacca nera, possiamo affermare che – in funzione dei parametri qualitativi richiesti (di zucchero, tannini e antociani in primis) – ad una resa minore corrisponderà una qualità maggiore. Se si vorrà destinare il raccolto di una determinata vigna alla produzione di vini top di gamma, si procederà per determinate scelte fin da questo momento dell’anno.

Ci sono varietà di vite le cui gemme basali hanno un’elevata fertilità: in quel caso si potrà applicare una potatura sia corta sia lunga. Viceversa, su vitigni con gemme basali poco fertili, la potatura lunga è una scelta opportuna.

I vitigni autoctoni abruzzesi presentano diversi parametri produttivi.

Il Montepulciano ed il Pecorino, ad esempio, producono gemme con una buona fertilità.

Trebbiano, Passerina, Montonico al contrario, presentano gemme basali di bassa fertilità.

I tagli di potatura

Andrebbero eseguiti preferibilmente su legni giovani, di uno-due anni, in modo che la pianta riesca a cicatrizzare la ferita velocemente ed efficacemente.  Su legno vecchio c’è il rischio di provocare danni, ad esempio in caso di gelate e di aprire la porta a patogeni esterni.

Per questo motivo non è infrequente cicatrizzare queste ferite con appositi prodotti, da applicare a pennello o con atomizzatore, specie tenendo conto dell’umidità e della temperatura del periodo e dell’eventuale presenza nel vigneto di piante malate.

La potatura secca favorisce anche la prevenzione

Attuando un razionale intervento colturale sulla pianta a riposo, possiamo contenere lo sviluppo di determinate malattie nel corso dell’annata a venire.

Nella fase di potatura, si procede sempre con un’attenta analisi dei tralci al fine di rilevare la presenza di eventuali malattie (virosi, botrite, escoriosi, mal dell’esca).

In questi casi si prendono particolari precauzioni, fino ad utilizzare apposite forbici, da disinfettare con alcool o solfato di rame, raccogliere ed immediatamente allontanare i sarmenti provenienti da questi ceppi di vite, smaltendoli altrove. In questo modo, si cerca di evitare il diffondersi di patologie nel vigneto.

Come vengono smaltite le potature?

Se in vigna non ci sono piante affette da malattie del legno, le potature vengono solitamente smaltite trinciando i sarmenti e lasciandoli in loco, in modo da restituire al terreno sostanze organiche e contribuire alla sua fertilità.

I fattori climatici e la loro influenza sulla potatura secca

Se è vero che si può determinare molto rispetto agli obiettivi preposti, è davvero possibile prevenire e pianificare tutto in questa fase dell’anno? Ovviamente no. La stagione produttiva non è ancora iniziata e dunque sono ancora moltissimi i fattori che possono influire sulla vendemmia, primi fra tutti i fattori climatici.

A seconda dell’area produttiva, delle previsioni e della propria esperienza, si potrebbe persino decidere di anticipare a novembre oppure ritardare fino a marzo la potatura secca, per riparare le viti dalle gelate, che si stanno facendo sempre più frequenti.

Meglio se “di luna buona”?

Molti produttori credono nell’influenza lunare sulla crescita delle piante e pensano sia necessario scegliere la data in cui procedere, in base alle sue fasi! Un’ipotesi non scientificamente avvalorata, ma certamente molto affascinante.

Conclusioni

Cosa ci attende? Lo sviluppo vegetativo, la fioritura e l’allegagione ci condurranno ad una situazione nel vigneto che valuteremo più o meno ottimale. Se necessario, alla potatura secca invernale potrà far seguito quella verde verosimilmente a giugno.

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